- Dal copto ouro, “re”, e dall’ebraico ob, “serpente” -
L’Uroburo è il Re Serpente che si mangia la coda.
Simbolo dell’eterno ritorno e dell’incessante rigenerarsi della vita, rappresenta l’eternità.
Personifica l’immagine del cerchio, la figura delTempo Ciclico, infinito e universale:
il nuovo inizio che avviene dopo ogni fine.
Nelle diverse culture e religioni è spesso associato a dei e a emblemi che lo personificano.
Presso gli Egizi è l’anello di congiunzione tra le quattro divinità cosmiche Sithis, Iside, Osiride e Horus.
Per gli antichi greci è il simbolo del “Grande anno”, secondo cui il tempo cosmico si compie ogni volta che gli astri fanno ritorno al loro punto di partenza, cioè ogni 15.000 anni.
A partire da quel momento il tempo inverte il proprio giro e inizia a procedere nella direzione opposta.
E’ con l’avvento del cristianesimo che tale concezione viene soppiantata dalla dottrina del tempo lineare, dotato di un inizio (la creazione del mondo) e di una fine (il Giudizio Universale).
Torna in auge durante il Rinascimento Italiano con il neoplatonismo e la cabala.
Principi e signori riportano questo emblema sul retro delle medaglie per sintetizzare, attraverso una figura, le qualità del loro temperamento intellettuale, politico e morale.
Il Re serpente svolge una funzione importante anche nella tradizione dell’ermetismo alchemico, che prevede per l’essere umano la possibilità di trasformarsi e perfezionarsi con la forza della propria interiorità spirituale, con la propria ragione, con la propria volontà ed immaginazione, dove rappresenta il processo di raffinazione delle sostanze.
